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Spara al Sindaco: il Ministro sugli atti intimidatori contro gli amministratori locali

Il ministro in videoconferenza alla XI edizione del rapporto di Avviso Pubblico sugli atti intimidatori «Gli atti intimidatori contro gli amministratori locali sono la negazione dei principi democratici». Così il ministro Lamorgese in apertura del suo intervento di ieri, in videoconferenza, alla presentazione dell’XI Rapporto annuale “Amministratori sotto tiro”, una pubblicazione realizzata dall’associazione Avviso pubblico.

Spara al Sindaco: il Ministro sugli atti intimidatori contro gli amministratori locali

I dati che emergono dal Rapporto evidenziano per l’anno 2021 come il fenomeno sia in aumento nelle regioni del Centro-Nord. Sono i sindaci i soggetti maggiormente minacciati ma sono segnalate anche aggressioni a consiglieri e dipendenti pubblici. I mezzi più utilizzati per intimidire sono i social network e dal report si evidenzia una netta diversificazione tra Nord e Sud nella tipologia delle minacce.

«Un atto intimidatorio a un amministratore locale non ha una sola vittima ma attenta al nostro vivere civile, alle nostre comunità, alla rappresentanza politica delle istituzioni» ha affermato il ministro Lamorgese aggiungendo che «il ricorso alla violenza intimidatrice è sempre da ripudiare, in ogni sua forma, e lo è tanto più quando essa pretende di condizionare la dialettica democratica andando a sostituirsi alle forme naturali di dialogo fra gli elettori e gli eletti, che sono innanzitutto il voto, ma anche gli strumenti di partecipazione e consultazione previsti da leggi, statuti e regolamenti».

«La complessità del fenomeno può essere efficacemente affrontata solo con un’azione sinergica di tutte le istituzioni coinvolte» ha dichiarato la titolare del Viminale sottolineando che il ministero dell’Interno è in prima linea nella strategia di prevenzione e di contrasto al fenomeno.

«In conclusione credo di poter affermare – ha detto la Lamorgese – che sentiamo tutti la responsabilità di perseguire un comune obiettivo, ovvero restituire serenità a chi, specie nei comuni più piccoli, svolge un servizio fondamentale per la vita della propria comunità, ma non deve essere costretto a vivere quel servizio come un gesto di eroismo o di sacrificio ai limiti dell’autolesionismo. Allo stesso tempo, bisogna scongiurare il rischio che un clima di intimidazioni disincentivi la partecipazione e l’impegno pubblico dei cittadini, i quali invece devono poter mettere le loro competenze e il loro entusiasmo a disposizione della comunità, candidandosi a ruoli di amministrazione attiva senza che questo debba implicare ripercussioni insostenibili sulla propria vita personale o professionale».

«Non esitate a denunciare qualunque tentativo di intimidazione» ha concluso il ministro dell’Interno affermando che «la denuncia è la strada maestra per difendere voi ma anche la libertà di tutti noi».